Ogni azienda dovrebbe attribuire la giusta importanza all’igiene industriale nella sicurezza sul lavoro con un programma di prevenzione, rivolgendosi a studi tecnici specializzati come Alis
Igiene industriale nella sicurezza sul lavoro: è un argomento che andrebbe affrontato con estrema attenzione da qualsiasi azienda. Purtroppo però, sono molte le realtà che sottovalutano i problemi dovuti ad una cattiva gestione dell’igiene industriale, rischiando gravi conseguenze in tema di sanzioni e sicurezza sul lavoro.
In questo articolo desideriamo informare in primis sui rischi che corrono i lavoratori in presenza di determinati inquinanti nel luogo di lavoro, e poi sulle conseguenze di tipo penale, a carico degli imprenditori e dei datori di lavoro che non abbiano provveduto ad una corretta pianificazione delle campagne di igiene industriale in azienda.
Cos’è l’igiene industriale nella sicurezza sul lavoro?
Innanzitutto va chiarito che l’igiene industriale nella sicurezza sul lavoro, riguarda la disciplina tecnico-scientifica di supporto alla valutazione dei rischi. Tale attività si occupa di valutare, attraverso misure strumentali, la quantità degli inquinanti fisici, chimici e biologici negli ambienti di lavoro confrontando i risultati ottenuti con i valori limite di legge. In caso di superamento di tali limiti il Datore di Lavoro mette in atto azioni correttive per normalizzare la situazione. La finalità delle campagne di igiene industriale è di tipo preventivo, avere cioè la possibilità di intervenire prima che si manifestino, nei lavoratori, i sintomi di una malattia professionale ascrivibile a quel determinato elemento inquinante presente in azienda. Intervenire prima è fondamentale in quanto, una volta che la malattia si manifesta nel lavoratore, diventa molto difficile per il Datore di Lavoro difendersi dalla rivalsa INAIL se non ha tutte le carte in regola, ovvero se non è in grado di dimostrare, con la documentazione che ALIS predispone, che la malattia del lavoratore è ascrivibile ad un ambito extra-professionale ovvero al di fuori del luogo di lavoro.
Chi effettua la valutazione dei rischi?
In Italia esistono molti studi tecnici che si occupano della sicurezza sul lavoro, ma spesso l’igiene industriale non viene trattata a dovere. Questo succede perché sono davvero pochi gli studi tecnici dotati delle attrezzature e della strumentazione adatta ad eseguire test, analisi e rilevamenti. Inoltre, insieme alle attrezzature è necessario che lo studio tecnico disponga anche di risorse dotate di competenze con alto profilo, in quanto la materia è complessa e delicata.
Quali sono gli inquinanti?
Passiamo ora ad analizzare alcuni esempi di inquinanti.
Inquinanti fisici: rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche artificiali, microclima, laser, ultrasuoni, illuminotecnica, ionizzanti, ecc.
Inquinanti chimici: sostanze pericolose aerodisperse (ad esempio: solventi, IPA, sostanze organiche volatili, formaldeide, ecc.), gas pericolosi dal sottosuolo, radon, monossido e anidride carbonica, gas di scarico delle combustioni (provenienti ad esempio: auto, caldaie, ecc.), polveri sottili, amianto, fibre vetrose, silice libera cristallina, ecc.
Inquinanti microbiologici, che possono essere presenti: nelle acque potabili, nelle acque di condensa; carica batterica e micetica nelle canalizzazioni dell’aria, legionella, ecc.
Controlli e sanzioni
Gli enti preposti ad effettuare i controlli sull’igiene industriale nella sicurezza sul lavoro, sono le ASL le quali, tramite il servizio SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro), possono applicare sanzioni alle aziende che non abbiano tutti i documenti in regola.
Quando invece gli inquinanti presenti in ambiente di lavoro non vengono tenuti sotto controllo, è possibile che gli effetti si ripercuotano sulla salute dei dipendenti, arrivando a causare le cosidette malattie professionali che implicherebbero l’intervento dell’INAIL. Questo ente assicurativo interviene per indennizzare il sinistro al lavoratore affetto dalla malattia professionale. Ma, qualora non trovasse la documentazione attestante le misure preventive e protettive adottate dall’azienda a tutela del lavoratore, potrebbe, con ragionevole certezza, rifarsi sul datore di lavoro al fine di recuperare l’importo indennizzato al lavoratore.
Il sistema di sanzioni è piuttosto complesso e coinvolge diverse figure, arrivando anche a toccare la sfera della responsabilità giuridica penale.
Ecco perché è necessario che l’azienda agisca preventivamente, ottenendo tutti i documenti necessari a comprovare la corretta gestione dell’igiene industriale nei propri ambienti di lavoro. In questo modo l’INAIL non avrebbe niente da pretendere dal datore di lavoro e i dipendenti non rischierebbero alcun tipo di malattia dovuta ad eventuali inquinanti fisici, chimici e microbiologici. Inoltre, gli eventuali controlli delle ASL non potrebbero che confermare l’idoneità degli ambienti di lavoro.