Cresce la sensibilità degli italiani nei confronti dell’ambiente. Nell’ultimo anno, infatti, l’attenzione dei cittadini nei confronti dell’impatto ambientale dei loro consumi e stili di vita è aumentata di circa il 51% facendo registrare percentuali importanti sul piano dell‘impegno individuale. In sostanza, circa la metà degli italiani (il 54,1 per cento) ritiene di prestare molta attenzione al tema della sostenibilità ambientale. Si ritengono però ancora troppo poco impegnati per dare il loro contributo alla risoluzione dei problemi della salvaguardia e della tutela delle risorse del pianeta. E’ un dato che emerge dalla ricerca ‘Gli italiani, il cibo e la sostenibilità ambientale’, realizzata dall’Osservatorio Italiano sull’alimentazione Federalimentare-GPF e presentata nell’ambito della quarta edizione della manifestazione “Apertamente”, promossa da Federalimentare.
Il 90,7 per cento degli intervistati – persone tra i 24 e i 64 anni – effettua la raccolta differenziata, il 90,3 per cento cerca di consumare l’acqua in modo responsabile, l’86,5 per cento si impegna a ridurre gli sprechi di energia e il 79,3 per cento acquista elettrodomestici a basso consumo energetico. Guardando al mercato, circa un italiano su due (48,6%) cerca di tutelare l’ambiente acquistando prodotti eco-sostenibili o viaggiando meno e adottando modelli di trasporto sostenibile. Per quello che riguarda i fattori che influenzano la scelta dei prodotti, prezzo e sostenibilità ambientale sono oramai appaiati – per l’86 per cento dei cittadini – Seguono, in questa classifica le informazioni nutrizionali (84,1%) e la tradizione gastronomica (81,2%). In generale, i consumatori italiani risultano comunque ben informati sulle tematiche ambientali: l’86,6 per cento ha sentito parlare di CO2 e sa che il biossido di carbonio è uno dei responsabili del surriscaldamento del pianeta e delle emissioni di gas con effetto serra. Anche le certificazioni ambientalic sono oramai una realtà nota, apprezzata e considerata “molto o abbastanza importante” da parte del 43,8 per cento del campione (in linea con il 47% degli europei che ritiene importanti le indicazioni in etichetta di particolari pregi ambientali del prodotto).
Dalla ricerca, presentata lo scorso 6 novembre, emerge anche che tre italiani su quattro (75%) riconoscono all’industria alimentare di aver fatto importanti passi in avanti sulla strada di una produzione sostenibile mentre il 58 per cento ritiene che non si debba ‘abbassare la guardia’ ed esorta le aziende a cercare di fare di più. Un italiano su quattro (pari al 22,5% del campione) ritiene che il risparmio di acqua – inteso come riduzione di sprechi e riciclo – sia la prima direzione in cui l’industria alimentare italiana dovrebbe investire. Seguono la riduzione del consumo di energia, ottenuta privilegiando comunque le fonti rinnovabili (18,3%), e la razionalizzazione del sistema del packaging (evitando sprechi, riducendone peso e volume ed aumentando la percentuale di riciclo), indicata dal 16 per cento. A proposito di imballaggi, il 72,6 per cento degli intervistati considera eco-sostenibile il packaging adottato dalla industrie alimentari, grazie al quale si riduce la deperibilità dei prodotti alimentari evitando al contempo sprechi di risorse per la sua produzione. Un aiuto alla terra viene anche dall’offerta di cibi pronti che cresce e permette sempre più di preparare i pasti risparmiando acqua, gas, energia detergenti (64,9%).