“All’alba di questa mattina il Consiglio della Pesca e il Parlamento Europeo hanno raggiunto uno storico accordo politico sulla Riforma della Politica Comune della Pesca dell’UE. Hanno infatti concordato di ricostituire gli stock ittici, fissando un obiettivo giuridicamente vincolante per porre fine alla pesca eccessiva, e si sono impegnati a ridurre le catture accessorie e i rigetti in mare. E’ stato inoltre deciso che nel distribuire le opportunità di pesca, gli Stati Membri dovranno avvalersi di criteri trasparenti di sostenibilità ambientale e sociale, quali ad esempio la valutazione dell’impatto delle attività di pesca sull’ambiente, l’adeguamento alle normative e il sostegno all’economia locale. E’ stata invece rigettata la controversa proposta sulle concessioni trasferibili di pesca obbligatorie”. Così ha dichiarato Uta Bellion di OCEAN2012 e Pew Charitable Trust.
“Questo accordo rappresenta un meritato successo per il Commissario europeo Maria Damanaki e una testimonianza storica della sua idea della pesca in UE – ha dichiarato Serena Maso, coordinatore nazionale della coalizione OCEAN2012. Nel corso dei negoziati, l’eurodeputato tedesco Ulrike Rodust, ha dimostrato una notevole abilità nel trovare il consenso in tutto il Parlamento Europeo per approvare una riforma ambiziosa. La Rodust ha svolto un ruolo fondamentale per il raggiungimento di questo accordo, stabilendo un precedente per la politica della pesca responsabile in UE, a fronte di 30 anni di cattiva gestione da parte dei ministri della Pesca. Va infine lodato l’impegno del ministro irlandese della pesca, Simon Coveney, che è riuscito a spostare il Consiglio dalla sua iniziale impostazione generale. Tuttavia, la Riforma non è del tutto conclusa: il futuro regime comunitario dei sussidi alla pesca dovrà essere concordato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, inoltre ci sono questioni tecniche ancora da risolvere”.