Il valore economico complessivo del Mediterraneo è di 26 miliardi l’anno. L’Italia ne detiene più di un terzo. Il nostro paese si trova così ad essere, secondo le Nazioni Unite, al primo posto non solo per i beni culturali ma anche per la qualità dei servizi ambientali offerti dal mare. Praterie marine e ricchezza di biodiversità ma anche qualità del paesaggio, depurazione naturale dell’acqua e mantenimento delle coste: gli ecosistemi del mare hanno anche un valore economico. L’Italia vanta oltre il 35 peer cento del totale di questa ricchezza, più del doppio della Grecia o della Spagna. In termini economici, 9 miliardi di euro contro i complessivi 26 miliardi di beni ecologici prodotti ogni anno dal Mediterraneo.
È quanto emerge dal rapporto “Ecosistemi marini mediterranei: il valore economico dei benefici ambientali” elaborato dal Plan Bleu, organismo del Programma ambiente mediterraneo delle Nazioni Unite (UNEP/MAP), di cui si è parlato ieri durante il convegno “Una BlueEconomy per il Mediterraneo: una nuova alleanza tra natura e tecnologie low carbon”, svoltosi allo Yacht Med Festival di Gaeta (LT).
Al convegno, organizzato dalla Camera di Commercio di Latina e moderato da Antonio Cianciullo, giornalista de la Repubblica, sono intervenuti numerosi ospiti: Paolo Soprano, Direttore Sviluppo sostenibile del Ministero dell’Ambiente,; Gaetano Benedetto, Presidente del Parco nazionale del Circeo; Sebastiano Venneri, Vicepresidente di Legambiente; Chiara Tonelli, team leader Solar Decathlon 2012, Università Roma Tre; Sandro Polci del Cresme (Centro Ricerche economiche, sociologiche e di mercato); Massimo Sapienza, presidente dell’associazione delle rinnovabili Asso Energie Future; Rosalba Giugni, presidente di Marevivo; Andrea Seminara, direttore AzzeroCO2 e, in rappresentanza delle aree marine protette, Vincenzo Incontro, direttore dell’Amp del Plemmirio, e Antonino Miccio, direttore dell’Amp di Punta Campanella.
Secondo i dati riportati nel convegno, le 26 aree marine protette del nostro paese tutelano una parte importante del valore economico attribuibile ai servizi ambientali: nei loro 360mila ettari di mare si concentra un patrimonio capace di produrre beni per almeno 36 milioni di euro l’anno, secondo il calcolo elaborato dal Plan Bleu.
Un patrimonio che l’Italia, come ha sottolineato nel suo intervento Paolo Soprano, dovrebbe tenersi ben stretto e salvaguardare con cura seguendo tutti i passi della valutazione, della ristrutturazione, della ricollocazione necessari per passare da un’economia “sporca” a un’economia “pulita”. Un passaggio che potrebbe avvenire a costo zero, semplicemente spostando e ricollocando risorse, e nel quale i privati hanno una grande parte di responsabilità.
La tutela della natura, infatti, intesa anche come valore economico dei servizi ambientali forniti dagli ecosistemi, da sola non basta a garantire il concetto di sostenibilità. Come ha spiegato il presidente della Camera di Commercio Zottola, “La BluEconomy si basa su una nuova possibile alleanza tra conservazione dell’ambiente marino e costiero e sviluppo di tecniche innovative, ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale, in tutti i campi della vita quotidiana“. “Il contributo dell’imprenditoria non solo attenta alle ragioni dell’ambiente ma pronta a fornire soluzioni avanzate e pulite è centrale nella definizione di uno sviluppo sostenibile applicato ai territori, soprattutto nella fascia costiera che è il luogo di maggiore pressione antropica nei paesi mediterranei. Per questo lo Yacht Med Festival sta giocando in primo luogo la carta dell’interazione tra industria, turismo, commercio e asset ambientali e naturalistici mediterranei”.
Motivo per il quale il convegno ha puntato i riflettori sullo sviluppo delle rinnovabili, sull’abitare sostenibile, sulla crescita di imprese ad alta innovazione, sulle metodologie innovative di assorbimento dei gas serra prodotti.
La popolazione litoranea del Mediterraneo ammontava a 148 milioni già nel 2005, su un totale di abitanti dei Paesi rivieraschi di 420 milioni. A queste cifre va aggiunto il numero crescente di turisti internazionali: si è passati, nelle regioni del Mediterraneo, dai 58 milioni del 1970 agli oltre 228 milioni del 2002. E, secondo le proiezioni, si arriverà a 346 milioni nel 2020. Una presenza che è concentrata per circa l’80% nel periodo compreso tra maggio e settembre. Attualmente le città che si affacciano sul Mediterraneo sono 584, 286 i porti commerciali e quasi 800 i porti turistici.
Inoltre, come ha sottolineato Gaetano Benedetto nel Mare Nostrum si svolge anche un grande traffico di merci: “il Mediterraneo rappresenta solo l’1 per cento dei mari del mondo ma vi transita il 20 per cento di tutto il traffico marittimo, oltre 360 milioni di tonnellate di merci. Di tutte queste navi, 220 mila sono superiori a 100 mila tonnellate e trasportano prodotti petrolchimici. Lo sfruttamneto, insomma, è altissimo. Ma Nonostante ciò la gran parte dell’inquinamento viene da terra (scarichi e fiumi inquinati)”. Per non parlare poi dell’azione di erosione delle coste provocata in gran parte dai numerosi stabilimenti balneari, passati in Italia, dai 5400 del 2000 ai 12.000 di oggi.
Un’enorme affollamento che va a gravare sulle risorse ambientali e sulle strutture abitative rivierasche e che può essere gestito solo aumentando la quota di “blu” nelle economie mediterranee.
Più fonti rinnovabili, quindi, con un minor impatto paesaggistico. Più strutture di turismo e abitazione sostenibile. Maggiore peso dell’innovazione a bassa emissione di carbonio. Queste le soluzioni prospettate dagli altri numerosi relatori del convegno, al termine del quale sono state premiate due imprese del settore industria e artigianato che hanno vinto il Premio Energia Turismo e Ambiente indetto dalla Camera di Commercio di Latina. Si tratta della Bimax S.n.c., che ha realizzato la barca “Diamond 32” con soluzioni innovative che assicurano alte prestazioni nel totale rispetto dell’ecosistema marino, e della Polibox S.r.l., per un progetto di produzione di energia fotovoltaica con bonifica Eternit del tetto preesistente presso lo stabilimento di produzione di Aprilia.