Le faccende domestiche e la cura della famiglia devono essere “condivise”. Altrimenti a rischio è la salute psicofisica delle donne.
Lo rivela uno studio pubblicato sul “Journal of Family Psychology“.
Negli Usa ma anche in Italia, le donne sono “tuttofare”.
I ricercatori hanno studiato, infatti, le abitudini di 30 coppie di Los Angeles, nelle quali entrambi i partner lavorano e hanno almeno un figlio di otto/dieci anni. È stato dimostrato che il 30% delle donne, dopo l’ufficio, dedica il suo tempo alle faccende domestiche, contro il 20% degli uomini. Inoltre il 19% degli uomini, tornato a casa, si concede attività rilassanti dopo il lavoro, contro l’11% delle donne. Anche in Italia la situazione non è diversa. Come dimostrano gli ultimi dati Istat le donne dedicano in media quattro ore e 40 minuti al giorno ai lavori domestici e gli uomini solo due.
In generale il numero di ore svolte dalle donne nelle attività domestiche e di cura è il doppio rispetto agli uomini.
Ennesima conferma di questo stato di cose arriva da un’indagine Ocse che rivela come, in media, i papà lavoratori impegnano 40 minuti del proprio tempo alla cura dei figli, a fronte dei 74 delle madri lavoratrici. Una realtà – secondo gli studi scientifici – dalle conseguenze anche gravi, visto che il sovraccarico di lavoro e di responsabilità a cui sono sottoposte le donne si rivela un serio fattore di rischio per la loro salute, in particolare per quanto riguarda la depressione e le patologie da stress. Uno dei maggiori fattori di rischio per le donne – come dimostra la ricerca americana – è rappresentato dai livelli di cortisolo, un ormone prodotto dal surrene che controlla le funzioni corporee in condizione di stress psicofisico. È stato dimostrato che avere costantemente livelli troppo alti di cortisolo ci indebolisce provocando alterazione del ritmo sonno-veglia, insonnia e naturalmente stress, rendendoci più soggetti alle malattie. Che fare, allora? La ricerca americana ha dimostrato che quando entrambi i partner partecipano ai lavori domestici e condividono quest’impegno, il livello dell’ormone rientra nei giusti limiti.
Per quello che riguarda l‘Italia l’Istat comunica che il lavoro domestico rimane a carico delle donne.
L’istituto di statistica ha fornito delle cifre riferite al biennio 2008-2009: il 76,2% dei compiti familiari è a carico delle donne. Una percentuale poco più bassa di quella registrata nel 2002-2003 che era il 77,6%.
Secondo l’Istituto di statistica “persiste dunque una forte disuguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner”. I livelli sono più bassi al Nord, mentre crescono nel Meridione. L’indice scende sotto il 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli, e nelle coppie in cui la donna è una lavoratrice laureata.
In un giorno medio settimanale, quasi il 99% delle donne che vivono in coppia si occupa del lavoro familiare, mentre il 24,1% degli uomini non vi dedica nemmeno 10 minuti (e la percentuale sale ulteriormente al 31% se la donna non è occupata). Le attività di pulizia della casa impegnano l’82,7% delle occupate, mentre tra le non occupate la quota sale al 94,8%. Il cucinare è compito delle occupate nel 90,5% dei casi, e delle non occupate nel 97,8%. Curiosamente il dato “crolla” quando si parla di lavare e stirare: lo fa il 35,7% delle occupate e il 49,2% delle non occupate. Il 41,7% degli uomini cucina, il 31,4% pulisce la propria casa, il 29,9% fa la spesa, il 26,6% apparecchia e riordina la cucina. Quasi nessun uomo, invece, lava e stira i panni.