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FAV (fibre artificiali vetrose): pericolose quanto l’amianto?

Abbiamo già visto, in rapporto alle fibre di amianto, cosa sono le fibre di vetro (FAV) e che, in alcuni casi, possono risultare altrettanto dannose per la salute.

È bene trattare più dettagliatamente, però, quali e quante conseguenze possono causare.

Perché le FAV sono così pericolose?

Le fibre artificiali vetrose, infatti, essendo lunghe e sottili, se vengono inalate possono penetrare in profondità attraversi i tessuti polmonari e dare avvio un processo che può portare all’enfisema, il BPCO (malattia polmonare ostruttiva cronica) o addirittura al cancro.

La sperimentazione, unita a studi e ricerche, ha anche dimostrato che alcuni tipi di fibre di vetro, utilizzate soprattutto nel settore dell’industria aerospaziale, possono addirittura causare il mesotelioma, l’aggressivo cancro ai polmoni che viene attribuito all’inalazione di fibre di amianto. Ma queste patologie non sono le uniche che possono derivare dall’inalazione di questi materiali.

Fibre artificiali vetrose: gli effetti sulla salute

Per comprendere a fondo le cause che conducono al manifestarsi di diversi effetti sulla salute, bisogna innanzitutto comprendere che le FAV, quando sottoposte ad azione meccanica, si frammentano lungo l’asse trasversale, generando fibre che conservano il loro diametro originario ma che hanno una minore lunghezza, a differenza dell’amianto che, frammentandosi lungo l’asse longitudinale, produce fibre di diametro nettamente inferiore ma di uguali lunghezza.

È comprovato che anche la lunghezza va a condizionare l’effetto patogeno delle fibre: le fibre più lunghe persistono maggiormente nell’apparato respiratorio generando quindi maggiori danni sul polmone. Ma essendo più corte delle fibre di amianto allora le FAV sono meno dannose? Tutt’altro. La patogenicità delle FAV è legata alla loro biopersistenza. Proprio perché più a lungo una fibra permane nel tratto respiratorio, più risulta nociva, la loro composizione e, in particolare, l’insolubilità delle fibre all’interno dei fluidi exracellulari, rendono le FAV altamente dannose.

Le fibre artificiali vetrose, a seconda della loro composizione, possono essere espulse in pochi giorni dall’organismo attraverso processi chimico-fisici di dissoluzione ed eliminazione, mentre per altre che risultano, appunto, insolubili, la persistenza si protrae per anni.

Ma quali effetti comporta la loro inalazione?

Esposizione alle FAV: effetti irritativi

Cominciamo dagli effetti più comuni e meno gravi per la salute.

L’irritazione cutanea è il più comune dei problemi di salute associato alla manipolazione delle fibre artificiali vetrose.
Questo effetto è dovuto al contatto con le fibre di maggiori dimensioni (4-5 μm), e aumenta con la dimensione delle fibre. Ad essa si associa, a seguito del deposito di polveri di vetro nelle membrane oculari, anche irritazione agli occhi. L’irritazione può scomparire dopo che si cessa l’esposizione alle fibre. La dermatite irritativa o mista da fibre di vetro è riconosciuta dall’INAIL come patologia professionale tra i lavoratori esposti a FAV, ai sensi della tabella sulle malattie professionali nell’industria contenuta nel D.M. 9 aprile 2008.

Esposizione alle FAV: effetti infiammatori e fibrogeni sulle strutture polmonari

Le indagini radiologiche condotte per verificare l’eventuale effetto fibrogeno sul polmone, pur non avendo condotto a dati certi e definitivi, hanno dato luce a diversi report su soggetti affetti da fibrosi polmonare con pregressa esposizione a FAV, in particolare, quelle caratterizzate da maggiore persistenza (come ad esempio le fibre ceramiche refrattarie).

Esposizione alle FAV: effetti cancerogeni
Per quanto riguarda, infine, il meccanismo patogenetico delle FAV sulla genesi di tumori, gli studi finora condotti non hanno chiarito in via del tutto definitiva l’incidenza del fenomeno. Tuttavia, è stato definito che la loro azione cancerogena è fondamentalmente dovuta alla produzione di radicali liberi di ossigeno e alla loro interazione con il DNA, oltre che alla loro azione genotossica diretta all’interno dell’organismo. Anche se non si è ancora giunti a una risposta definitiva, gli studi hanno comunque riportato dati che vanno a confermare la potenziale cancerogenicità delle FAV; infatti, sebbene non sia stata ottenuta una risposta cancerogena significativa con esposizione alle fibre per via inalatoria, ciò è avvenuto in seguito alla prolungata persistenza dei materiali all’interno delle vie respiratorie.
Guppo Alis: un valido alleato nella prevenzione

Quelli della presenza di amianto o dell’esposizione alle FAV sono problemi da non sottovalutare.
Gruppo Alis supporta le aziende e i privati nell’individuazione, tramite un il suo laboratorio analisi altamente specializzato, nella loro individuazione e nella valutazione del rischio.

Nella complessa gestione del problema FAV, Gruppo ALIS, fornisce consulenze e servizi in materia di:
– individuazione delle FAV nelle strutture edilizie;
– valutazione dello stato di conservazione in cui si trovano;
– valutazione del rischio associato alla presenza di FAV per gli occupanti di uno specifico ambiente (ambiente di lavoro o di vita);
– attuazione del piano di controllo per il mantenimento in situ delle FAV;
– assunzione del ruolo di “coordinatore rischio FAV” per l’attuazione del piano di controllo;
– indagini ambientali per la verifica delle FAV aerodisperse;
– assistenza ai datori di lavoro, proprietari di immobili, gestori e amministratori di condominio, coordinatori della sicurezza nei cantieri;
– supporto tecnico alle imprese di bonifica o ai datori di lavoro (ma anche ai privati) nelle complesse procedure di campionamento e analisi delle FAV sia in forma massiva che aerodispersa.

Contatti:
Gruppo Alis
Via Giannetto Valli, 93 – 00149 Roma
06.811 74 371
info@gruppoalis.it

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