Per il mare c’è ancora una speranza: dopo che lo scorso 10 dicembre il Parlamento europeo, per un pugno di voti, non ha trovato l’accordo per l’eliminazione graduale delle tecniche distruttive di pesca profonda, 20 eurodeputati hanno formalmente corretto il loro voto. A dimostrazione che l’eliminazione graduale di queste tecniche è stata accettata (con 343 favorevoli e 330 contrari).
Purtroppo però la correzione di voto è simbolica e non pregiudica la posizione formale del Parlamento. La notizia è ugualmente clamorosa e lascia un barlume di speranza per il futuro del mare. Il dossier può infatti essere ridiscusso dal Parlamento dopo essere stato inserito in agenda dal Consiglio.
Sarà dunque responsabilità dei Paesi che, nei mesi futuri, presiederanno il Consiglio svolgere questo atto formale che può rovesciare in positivo il futuro delle acque europee: la Grecia, da gennaio a luglio, e l’Italia, da luglio fino al 31 dicembre 2014.
Nel frattempo numerose sono le azioni di sensibilizzazione e mobilitazione pubbliche: DSCC (Deep See Conservation Coalition) ha sollecitato il Consiglio dei ministri della pesca a prendere atto che la maggioranza del Parlamento vuole sostenere l’eliminazione delle pratiche di pesca profonde più distruttive, e di tenerne altamente conto nel formulare, appena possibile, la sua posizione sul dossier;
Due grandi supermercati in Francia, Carrefour e Casino, hanno annunciato la scorsa settimana che a partire dal 2014 non venderanno le specie di acque profonde; David Parker, un biologo marino impiegato presso la Young Seafood Ltd, uno dei principali produttori e distributori di prodotti ittici europei, ha anche affermato sulla rivista inglese “Prospect” che la Young non commercializza specie di profondità in quanto non si tratta di una pesca sostenibile e anche perché i dati sulla qualità degli stock non sono sufficienti.
Guido Milana, Vice Presidente della Commissione Pesca del Parlamento europeo, ha dichiarato che “sia il Consiglio, che colpevolmente non ha ancora aperto il dossier, sia il Parlamento, dove sono prevalse le lobby industriali e gli egoismi nazionali, hanno fatto perdere un’importante occasione all’Europa”.
Ha quindi invitato il Ministero italiano competente a richiedere formalmente alla presidenza greca entrante, di inserire con urgenza il dossier ‘pesca profonda’ nell’agenda di lavoro. Dopo la lunga procedura i parlamentari potranno ridiscuterlo e rivotarlo.
Nella speranza che questa volta il mare riesca a farcela. Noi tifiamo tutti per lui.
Fonte: la Stampa.it