Giro d’Italia in 23 tappe per raccogliere le migliori best practice aziendali in materia di sicurezza sul lavoro. Si chiama progetto Sis “Sviluppo imprese in sicurezza” I’iniziativa portata avanti da Confindustria in collaborazione con Inail e Federmanager, i cui risultati sono stati resi noti lo scorso 9 febbraio, nel corso di un convegno a Roma. In totale sono state 39 le aziende esaminate , di queste circa un terzo (33,3%) sono imprese di medie dimensioni, tra 50 e 250 addetti. Più ridotto è, invece, il numero delle piccole imprese (25,6%) e delle grandi (solo 4%).
Il bilancio del progetto. Sul totale nessuna delle aziende analizzate è stata ritenuta pienamente conforme alla definizione di “buona prassi” contenuta nell’articolo 2 del decreto legislativo 81/2008. In molti casi, però, le esperienze sono state considerate significative e sottolineano secondo i promotori “l’impegno crescente delle imprese nel campo della sicurezza sul lavoro e costituiscono tappe intermedie verso un percorso di eccellenza che il tour vuole continuare ad affiancare e valorizzare”. La best practice prevalente è rappresentata dalla realizzazione di sistemi integrati di gestione o della sicurezza, che riguarda il 41% delle imprese, in particolare quelle piccole o medie (60%). Nelle grandi imprese le esperienze migliori sono quelle legate alla comunicazione e all’informazione. Nel complesso, comunque, il quadro imprenditoriale italiano risulta piuttosto disomogeneo sia nelle entità che nelle modalità in cui vengono computati i costi per gli interventi di sicurezza.
La soddisfazione degli industriali. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha ricordato che il tema della sicurezza è tra le mission principali della squadra di via dell’Astronomia, messe da lei stessa in agenda all’inizio del suo mandato. “Quando sono stata eletta mi sono posta due obiettivi: l’investimento nel campo della ricerca e dell’innovazione e la sicurezza intesa come attenzione alla legalità e al rispetto delle regole”, ha detto. “Le regole ci vogliono così come ci vogliono le sanzioni, ma interventi puramente formali non portano risultati, non risolvono il grave problema della sicurezza. Bisogna invece puntare su formazione, informazione e comunicazione. E’ questa la strada da portare avanti”.
Fonte: Inail