Maglia nera alla Sicilia per la raccolta differenziata: l’89 per cento dei rifiuti finisce in discarica e appena il 6,7 per cento viene riciclato.
Siracusa all’ultimo posto in classifica con il 3,8% della spazzatura differenziata. Agrigento addirittura arretra di 2 punti percentuali. Male anche altri sei capoluoghi di provincia, tra cui Catania e Palermo.
E’ questo il risultato sulla gestione dell’ultimo studio dell’Istat, aggiornato a luglio 2010, sugli indicatori ambientali urbani. I dati evidenziano come in Sicilia la discarica è ancora la destinazione principale dei rifiuti. Negli ultimi 13 anni l’isola ha fatto registrare appena 6 punti di crescita del tasso di raccolta differenziata (era 0,7% nel 1996), contro una media nazionale di 30,4 punti. In Italia, su 116 comuni capoluogo, solo 26 hanno raggiunto l’obiettivo del 50% di differenziata nel 2009, come previsto dalla legge 296 del ’96 e tra questi non c’è alcuna città siciliana.
Siracusa è la peggiore, con il 3,8%, mentre Agrigento, segnala l’Istat, addirittura, unico caso in Italia, ha ridotto di 2 punti percentuali il tasso di differenziata. Dei nove capoluoghi di provincia siciliani, sette si trovano agli ultimi dieci posti della graduatoria nazionale, con percentuali inferiori alla soglia del 15%: Caltanissetta (12.5%), Trapani (8.8%), Catania (6.8%), Enna (5.6%), Palermo (5.5%), Messina (4.4%) e Siracusa (3.8%).
Nel 2009 nei capoluoghi di provincia in Italia sono stati raccolti 604,3 Kg di rifiuti urbani per ogni abitante (non pericolosi, vegetali etc.), 37,9 kg in più rispetto al 2000. Nel Sud l’aumento è stato di 31,4Kg, nelle isole di 25,6 Kg. In Sicilia in nove anni la produzione di rifiuti è aumentata di 15,4 Kg. Catania è al primo posto in assoluto nel Paese con 746 Kg di spazzatura per abitante.
