
Sono circa 15.000 all’anno le vittime dell’amianto in Europa. La fibra killer è inoltre responsabile di circa la metà delle morti per cancro lavorativo.
L’esposizione alle pericolose fibre avviene sia nei Paesi dove il materiale è stato bandito sia dove viene ancora utilizzato. Dei 53 paesi europei, 38 hanno provveduto a vietarlo, ma nei restanti 15 si continua a utilizzarlo, produrlo esportarlo. Così Circa un terzo della popolazione europea vive in Paesi che non hanno ancora vietato l’amianto
Sono alcuni dei dati raccolti dall’Oms nel documento Progress toward the elimination of asbestos-related diseases, diffusi durante una conferenza internazionale che si è tenuta ad Haifa lo scorso 30 aprile e che ha riunito 200 rappresentati di Stati europei, organizzazioni internazionali e non governative.
“Ogni morte per malattie legate all’amianto è evitabile”, ha dichiato nel corso della conferenza Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms per l’Europa – “Esortiamo tutti i Paesi a lasciare la riunione di Haifa con l’impegno di adempiere all’impegno del 2010 e sviluppare entro la fine di quest’anno politiche per eliminare dell’Europa le malattie legate all’amianto. C’è molto poco tempo”.
Attualmente i Paesi che non hanno ancora vietato l’uso dell’amianto in tutte le sue forme sono: Albania, Andorra, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, la Georgia, il Kazakistan, il Kirghizistan, la Repubblica di Moldavia, Federazione russa, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan.
Secondo una stima Oms del 2013, è pari a 1.684.124.295 euro il costo derivante dai casi di mesotelioma registrato in 15 Stati europei. Tra questi annoverata anche l’Italia, al secondo posto per casi di mesotelioma dietro il Regno Unito. 1063 casi a fronte dei 1891. Quindi la Germania con 1063 casi. 324.729.665 euro il costo sostenuto dall’Italia nel 2013.
La notizia sul sito dell’Oms