Per ricordare le vittime degli infortuni sul lavoro il prossimo 9 ottobre, si è celebrata in tutto Italia la 61ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro promossa dall’ANMIL (l’associazione nazionale morti e mutilati sul lavoro che da quasi 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie oltre 450.000 iscritti.
Durante le celebrazioni a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali, l’Anmil ha ricordato che “ogni giorno in Italia muoiono 3 persone sul lavoro e si verificano in media oltre 2.000 incidenti; inoltre in un anno circa 30.000 vittime rimangono permanentemente invalide, per un totale di 775.374 infortuni accaduti nel 2010, con una lieve diminuzione degli infortuni tra il 2009 e il 2010 soprattutto per quanto riguarda quelli ‘in itinere’. Il tutto, peraltro, non tiene minimamente conto dello sconfortante numero di casi per malattie professionali: una realtà di cui si parla raramente, nonostante nel 2010 si sia verificato un incremento delle denunce del 22%, dalle 34.750 del 2009 alle 42.350 dell’anno successivo. Cifre che testimoniano la persistente gravità di un fenomeno che resta una delle principali problematiche del nostro paese, comportando una spesa complessiva di oltre 35 miliardi di euro l’anno”.
L’associazione chiede fortemente un’azione determinata a far applicare le norme antinfortunistiche e un maggior impegno in termini di formazione dei lavoratori. Inoltre, considerato il dramma del dopo infortunio per le vittime e per i familiari, l’Anmil reclama “che si metta fine all’inadeguata tutela prevista per le vittime del lavoro nonostante l’INAIL nel solo 2010 abbia rendicontato un avanzo di 1,39 miliardi di euro”.