Bruxelles 4 novembre 2013
Per chi ha a cuore la salute del mare e l’integrità delle sue profondità quella di oggi in Commissione Pesca è stata una mezza vittoria. E quindi una mezza sconfitta.
Gli emendamenti votati presentano, infatti, per gli oceani sia potenziali benefici sia privazioni e pericoli.
Nonostante la Commissione per la pesca abbia votato su diverse misure che mirano a favorire la protezione degli ecosistemi di profondità come i coralli, le spugne e le montagne sottomarine, la stessa ha respinto la proposta della Commissione europea di eliminare gradualmente le pratiche di pesca, quali lo strascico e le reti da posta, ampiamente riconosciute come una particolare minaccia per le specie e gli ecosistemi delle acque profonde.
La proposta adottata oggi andrà in plenaria il prossimo dicembre per il voto del Parlamento europeo.
“Nonostante siano state adottate alcune misure importanti, e la proposta finale sia stata adottata dalla Commissione per la pesca, ciò non è sufficiente a garantire la protezione necessaria per questi ecosistemi profondi”. Lo ha dichiarato Matthew Gianni, consigliere politico per la Deep Sea Conservation Coalition e The Pew Charitable Trusts. “Ora dobbiamo affidarci alla Plenaria del Parlamento che porti avanti in maniera vittoriosa la conservazione di questi ambienti così vulnerabili”.
La proposta adottata dalla Commissione per la pesca include l’esigenza di potenziamento delle informazioni scientifiche per la determinazione delle quote per le specie di acque profonde e la riduzione di alcune catture accidentali. La Commissione ha inoltre adottato proposte che consentono, in alcune zone, la protezione di ecosistemi marini vulnerabili di acque profonde. Queste misure comprendono, ad esempio, la richiesta di valutazioni d’impatto ambientale sulle attività di pesca in nuove zone e la chiusura delle attività di pesca di profondità nelle acque in cui tali ecosistemi sono presenti.
Tuttavia, alcuni Membri della Commissione per la pesca, hanno favorito gli interessi delle flotte scozzesi, francesi e spagnole di pesca a strascico di profondità e hanno votato contro una graduale eliminazione delle pratiche di pesca d’altura più distruttive – la pesca a strascico e con reti da posta in profondità. Inoltre, la proposta adottata creerebbe delle scappatoie che consentirebbero un continuo depauperamento delle specie di acque profonde più delicate.
L’iter della proposta in Commissione pesca è stato ostacolato dai continui ritardi e da una campagna aggressiva da parte dell’industria della pesca a strascico di profondità. Proprio il contrario di quanto successo in Commissione ambiente del Parlamento europeo dove, nel marzo scorso, si è votato in massa (58-1) il regolamento che eliminerebbe gradualmente la pesca a strascico e con reti da posta di profondità e fisserebbe dei limiti severi alle catture in generale e a quelle accessorie di specie di acque profonde.
“Ora tocca ai 766 membri del Parlamento rappresentare l’opinione maggiormente diffusa tra i cittadini europei”, ha dichiarato Gianni. “Tutti abbiamo interesse che le acque profonde siano sane, biologicamente ricche e produttive e che forniscano benefici al pianeta. Mantenere alto il loro stato di salute sarebbe una grande eredità.”
Le acque profonde sono una delle aree più estese e maggiormente ricche di biodiversità della Terra. Le specie di profondità e gli ecosistemi hanno una crescita lenta, sono più facilmente sovrasfruttati rispetto a quelli di basse profondità, sono molto sensibili, fragili e lenti nel recupero dai danni causati dalla pesca a strascico.
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Note aggiuntive
La Commissione europea ha pubblicato la proposta per un nuovo regolamento (COM (2012) 371) sulla pesca in acque profonde nel mese di luglio 2012.
Il voto del Parlamento europeo, in seduta plenaria è previsto per il 10 dicembre 2013, anche se la data potrebbe cambiare. Il Consiglio europeo dei Ministri della pesca dei 28 Stati membri dell’Unione europea dovrà anche trovare un accordo su un nuovo regolamento perché questo diventi legge; tuttavia, i negoziati nell’ambito del Consiglio non sono ancora iniziati, in parte a causa dell’opposizione della Francia.
Scienziati, organizzazioni che si occupano di conservazione marina e un numero sempre più alto di piccoli pescatori si sono opposti alle ben note pratiche di pesca distruttive in acque profonde.
Il recente accordo sul regolamento base della Politica comune della pesca prevede, tra le altre misure, quella di stabilire, su base scientifica, dei limiti di cattura, di applicare il principio di precauzione nel caso in cui la scienza non dia risultati, di ridurre al minimo le catture accessorie e di proteggere le specie marine e gli habitat vulnerabili. Le negoziazioni in corso per un nuovo regolamento sulla pesca di profondità consentono di garantire che tali principi vengano effettivamente messi in pratica, oltre a rispettare gli impegni dell’Unione europea nell’ambito delle risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla pesca in acque profonde.
La Deep Sea Conservation Coalition è stata creata nel 2004 per far fronte al problema della pesca a strascico in acque profonde, considerata l’assenza di un programma efficace di governance. La coalizione, composta da più di 70 organizzazioni non governative, organizzazioni di pescatori e istituti giuridici e politici, è impegnata nella protezione delle acque profonde.