Mancano 18 milioni di minuti al 2050 e sono 18 milioni le case da riqualificare in Italia per raggiungere l’obiettivo europeo di ridurre le emissioni di CO2 dell’80%. L’impresa è titanica ma possibile, la tecnologia c’è ora servono strumenti finanziari adeguati e una comunicazione chiara ed efficace. A questo scopo Green Building Council Italia in collaborazione con VeronaFiere ha organizzato all’HabitatLab di Saint Gobain, a Corsico, un corso di formazione sull’edilizia sostenibile, per raccontare le sfide della comunicazione e i trends del mercato.
L’edilizia, infatti, è più inquinante anche dei trasporti, responsabile del 30% delle emissioni di gas serra e del 40% dei consumi energetici, ma la sostenibilità è un concetto olistico e i green buildings permettono di ridurre gli sprechi, migliorare l’efficienza energetica, riusare o diminuire il consumo di acqua, mitigare l’inquinamento acustico e costruire in modo funzionale e confortevole per il fruitore.
I progetti devono essere ambiziosi e spostare il loro target da edifici a impatto zero a interi quartieri green dove le risorse sono gestite in modo integrato. Le tecnologie potrebbero essere in grado di dare una spinta esponenziale e sbloccare il mercato. Il digitale, ad esempio, permette la gestione intelligente dei consumi da parte del cliente. Un’idea da copiare è il demand response usato negli Stati Uniti per gestire i picchi di domanda elettrica: ai cittadini aderenti sono consegnati dei sensori in grado di rilevare i consumi della casa e diminuirli se aumenta troppo la richiesta complessiva di energia, in cambio di una riduzione del costo in bolletta. Una soluzione similare potrebbe essere usata in Italia per la gestione dell’energia rinnovabile. Di questa e altre soluzioni innovative parlerà “Greenbuild, Europe and the Mediterranean”, la fiera internazionale di edilizia sostenibile che per la prima volta si tiene in Europa, a Verona dal 14 al 16 ottobre.
I soldi sono il tasto dolente della faccenda. Chi dovrebbe pagare? Le detrazioni fiscali hanno permesso interventi di riqualifica per 2.2 milioni di euro, principalmente per edifici pubblici, ma servirebbero 100 miliardi l’anno per raggiungere il primo obiettivo del 2020 e 5 volte tanto per quelli del 2050. Una possibile soluzione è di creare dei fondi che anticipino i capitali necessari per la riqualifica “spinta” dei quartieri, le bollette assieme alla detrazione fiscale del 65% già prevista dallo Stato, ripagherebbero il debito, una situazione senza perdenti che farebbe ripartire il mercato.
“La certificazione energetica e ambientale stimola e qualifica la trasformazione edilizia: è un elemento centrale per far ripartire l’economia Italiana e il top sarebbe includerla nella legge di Stabilità” dice Gianni Silvestrini presidente Green Building Council Italia.
A fare da garanti “terzi” della qualità degli interventi sono le certificazioni. Ad oggi LEED è quella con gli standard più elevati, presente in tutto il mondo ma con un ente certificatore unico. Sistema che assegna un numero di punti a ogni categoria: sostenibilità del sito, gestione delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità ambientale interna.
L’edilizia sostenibile è un trend in espansione soprattutto in paesi in forte sviluppo come Cina e India. Si stima che nel 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà in enormi agglomerati cittadini, in questo scenario l’edilizia “green” diventa una nuova forma mentis, un patto tracostruttore e consumatore in una nuova “cultura dell’abitare”, ispirata al benessere dell’uomo e alla salvaguardia dell’ambiente.
Fonte: lastampa.it (tuttogreen)