Sono 790.000 gli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2009, per un calo del 9,7% rispetto al 2008 (85mila in meno). I casi mortali sono stati 1.050, per una flessione del 6,3% (70 decessi in meno). Questi, in estrema sintesi, i numeri più significativi che si ricavano dal bilancio delle denunce pervenute all’Inail alla data di rilevazione ufficiale del 30 aprile 2010.
Lo ha annunciato l’INAIL lo scorso 20 luglio a Roma. Un aspetto significativo sottolineato durante la presentazione dei dati è che la riduzione maggiore ha riguardato gli infortuni in occasione di lavoro – quelli effettivamente verificatisi durante lo svolgimento delle attività lavorative – per i quali il numero delle denunce si è ridotto del 10,2%, a fronte di un calo del 6,1% degli infortuni in itinere (avvenuti durante il tragitto casa/lavoro e viceversa).
Analoga la flessione dei casi mortali: quelli in occasione di lavoro sono passati dagli 829 del 2008 ai 767 del 2009 (-7,5%), mentre i decessi in itinere sono scesi da 291 a 283 (-2,7%).
E’ dal 1993 – quando vi fu un calo dell’11,7% degli incidenti rispetto al 1992 – afferma Marco Sartori, Presidente dell’Inail – che nell’andamento complessivo degli infortuni non si registrava una flessione di questo livello .
La crisi economica pare essere all’origine di questa riduzione. Sulla base di elaborazioni effettuate su dati Istat (occupati e ore lavorate pro-capite) e su dati Inail, infatti, è possibile stimare che il tempo di lavoro e, quindi, di esposizione al rischio di infortuni, abbia subito una contrazione media generale di circa il 3%, con una variabilità a livello territoriale, settoriale e di dimensione aziendale.
Una percentuale che fa ritenere che la riduzione reale degli infortuni sul lavoro – depurata cioè della componente “perdita di lavoro” – si possa stimare in un “meno 7%”, per gli infortuni in generale, e “meno 3,4%” per quelli mortali.