Una ricerca dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) indaga sulla salute mentale dei lavoratori. “Sick on the job? Miths and realities about mental health and work ” è il titolo dello studio che riporta un quadro preoccupante della situazione.
La malattia mentale, secondo la ricerca, sta diventando un problema crescente per la società e sta incidendo gravemente sulla produttività e sul benessere sul luogo di lavoro. Un lavoratore su cinque soffre di disagio mentale clinicamente diagnosticato. I disturbi sono di natura diversa e vanno dall’ansia, alla depressione a patologie psichiatriche più gravi. Soggetti particolarmente esposti sono i giovani adulti, le donne e le persone con un basso livello di istruzione che spesso non ricevono alcun trattamento di cura.
Tre lavoratori su quattro hanno disordini mentali con una produttività lavorativa ridotta. Le assenze sul luogo di lavoro sono molto più frequenti e dal 30 al 50 % delle richieste di contributi per disabilità sono assegnati a persone con malattie mentali. Tutto questo si concretizza in un costo per l’Unione europea pari a circa il 4% del PIL.
Per contrastare questo fenomeno è importante intervenire con programmi di prevenzione precoci che possano limitare l’insorgenza della malattia tra i giovani.
E’ necessario quindi cambiare l’approccio al problema della salute mentale in ambito lavorativo e intervenire in modo globale sul luogo di lavoro per migliorarne le condizioni. È importante studiare piani per ridurre e gestire meglio lo stress, aiutare i datori di lavoro a ridurre i conflitti sul luogo di lavoro, monitorare sistematicamente l’andamento delle assenze per malattia per intervenire presto sul disagio e far tutto il possibile affinché problemi di salute mentale non portino alla perdita del lavoro.